Secondo il giornale spagnolo El Economista, il Partito Socialista Spagnolo (PSOE), che è la principale forza di governo e quella maggiormente rappresentata alla Camera dei Deputati, ha avanzato la proposta di una valuta digitale nazionale. La proposta è volta a “recuperare la moneta come bene pubblico e sottoposto a controllo democratico“, secondo fonti di partito.
Avevo già scritto a febbraio in questo articolo come la creazione di una valuta digitale potrebbe riportare una parte importante di sovranità monetaria in capo allo Stato democratico nazionale, senza dover cambiare i trattati europei vigenti, potendoli aggirare e permettendo agli Stati in difficoltà economica di poter attuare quelle politiche economiche espansive necessarie per la ripresa dell’economia e per il rilancio dell’occupazione.
A fronte delle oggettive difficoltà tecniche, politiche, e di raccolta di consenso per impostare un’uscita secca dall’euro o dall’Unione Europea, potrebbe essere una proposta innovativa in grado di intercettare più facilmente il consenso popolare e di parte del sistema di potere attuale.
Secondo il PSOE, una valuta digitale nazionale permetterebbe di far girare più liquidità nel sistema. “Nell’eventualità che un’espansione monetaria fosse necessaria, permette un meccanismo di iniziezione di liquidità più immediata, direttamente nei conti correnti dei beneficiari senza bisogno di intermediari“.
Sarebbe inoltre una valuta che tornerebbe ad essere sottoposta al controllo democratico dei rappresentanti eletti, senza il bisogno di nazionalizzare il sistema bancario.
Certamente, i potenziali impatti sono di enorme portata. Oltre a quanto summenzionato, limiterebbe il dominio delle banche sulla moneta, definendo la vauta digitale nazionale “come moneta pubblica, intangibile e perfettamente utilizzabile per effettuare pagamenti elettronici, ma in questo caso supportata dallo Stato che la renderebbe un mezzo di pagamento sicuro”.
Di conseguenza, “sarà possibile per ogni cittadino avere il proprio conto in valuta digitale direttamente presso la Banca Centrale“. Un privilegio, al momento, riservato alle banche.