Rieccoci dopo una lunga pausa estiva, nella quale sono successe diverse cose importanti. La prima è la caduta del governo giallo-verde, con la Lega che ormai egemone nel campo del centrodestra puntava all’incasso andando ad elezioni anticipate.
A rovinare i piani di Salvini è arrivata però l’improbabile, almeno finora, alleanza di governo tra M5S e PD (e LeU). Una sorta di ultima chiamata per i partiti coinvolti: per il PD e il M5S perché, pur avendo ogni legittimità costituzionale di formare un governo, si sono visti superare alle elezioni europee dalla Lega. Quest’ultima ritiene che il governo non abbia il consenso della maggioranza del paese e chiede a gran voce il ritorno alle urne.
LeU, partito oramai fantasma, si ritrova al governo in una condizione da ultima spiaggia. Un all-in per i frammenti della sinistra “asinistradelPD” che rischiano di ritrovarsi ancora una volta non rappresentati in Parlamento qualora si dovesse tornare al voto.
Venendo a noi.. Il governo M5S-PD-LeU ha ricevuto il voto di fiducia, per quanto critico, anche dell’onorevole Stefano Fassina. Una scelta francamente difficile da spiegare – dato che probabilmente avrebbe avuto un impatto maggiore sia un voto contrario che un’astensione – se non per lealtà al gruppo parlamentare di appartenenza. Difatti, non si spiega come si pensi di influenzare l’esecutivo quando non vi riusciva neanche Rifondazione Comunista dei tempi d’oro con l’8%.
Patria e Costituzione, il movimento politico a cui fa riferimento Fassina, si va quindi a collocare all’interno di questo nuovo centrosinistra per provare a condizionarne le politiche. La manovra economica appena varata dal governo, pur presentando alcuni elementi timidamente redistributivi, come ad esempio l’abolizione del superticket, rimane però una manovra nel segno dell’austerità, dato che ben 23 miliardi vengono dedicati ad impedire l’aumento dell’IVA dovuto alle clausole di salvaguardia. Un’invenzione sciagurata, sconosciuta a qualsiasi paese normale e cioè che non abbia da rispettare gli assurdi vincoli di bilancio dell’eurozona.
All’interno del PD va segnalata la costituzione della rete Reds – rete dei democratici e socialisti, che fa riferimento a Dario Corallo. Egemonizzare il PD è un’impresa altrettanto ardua che farlo nella stessa coalizione dall’esterno ma per lo meno punta a conquistare la forza di un partito strutturato, per quanto in contrazione. Ne seguiremo gli sviluppi.
E per chi non crede che l’area del centrosinistra si possa riscattare e non crede nemmeno che qualche soluzione possa arrivare dai mentitori di professione Salvini-Meloni-Berlusconi? Sebbene non si compaia ancora nelle mappe dei sondaggi e quindi per il grande pubblico ancora non si esista, qualcosa si sta muovendo.
E’ in fase costituente l’associazione politica di matrice socialista Nuova Direzione, un nucleo interessante che combina intellettuali e militanti d’avanguardia.
Alle elezioni regionali prosegue poi il percorso del Fronte Sovranista Italiano, che attraverso la lista Riconquistare l’Italia, si sta facendo notare e sta riuscendo a ritagliarsi anche degli spazi sui media. Aspetto fondamentale se si vuol accelerare il percorso di aggregazione di forza militante. Un augurio quindi a Martina Carletti, candidata alla Presidenza dell’Umbria.
Purtroppo le leggi elettorali regionali, improntate sul maggioritario, non aiutano le nuove liste che si candidano da sole. Un problema notevole ma che in questa fase di costruzione del soggetto politico che possa coagulare le istanze neo-socialiste e sovraniste costituzionali ha secondaria importanza.
A sinistra nel frattempo è ancora il nulla cosmico. Battaglie di retroguardia, divisioni in merito alle alleanze elettorali, focus al 90% sulle questioni internazionali, timidezza nell’affrontare i nodi che ci vincolano all’austerità. Persino Potere al Popolo non riesce a distaccarsi da concetti vaghi come la disobbedienza o rottura dei trattati europei, la quale non è ben chiaro cosa voglia significare dato che si presta a diverse interpretazioni da parte degli stessi dirigenti della neonata forza politica. La componente di Risorgimento Socialista costituisce una positiva eccezione, pagando però la scarsa visibilità dovuta all’apparire con simboli altrui.
In tutto questo marasma va data menzione dell’ottimo lavoro svolto dal Partito Comunista, prima forza d’opposizione ad indire una manifestazione di piazza contro le politiche del nuovo governo e forza impegnata nel consolidamento della propria posizione, senza pensare a disastrose alchimie elettorali.
Questo è quanto. Un panorama ancora molto mobile, fragile e confuso. A tratti sconfortante. Ma alcuni di questi elementi sono germogli che se coltivati con pazienza e intelligenza strategica potranno dare frutto. A darci ulteriore fiducia c’è anche stata l’ottima manifestazione del 12 ottobre scorso. Finalmente tanti cittadini in piazza rivendicando libertà e sovranità nel solco della Costituzione del ’48. Avanti!